Storie di Bruno Ferrero “Solo una bacca”

Una breve e significativa storia da leggere

farfalla grandi

Durante l’estate si legge molto volentieri. Ognuno ha le sue letture preferite. Noi amiamo molto quelle piccole storie o frasi che ci aiutano a riflettere. Come afferma lo scrittore Bruno Ferrero chiss che qualcuno ne possa trarre un piccolo dono……. Le storie sono molto belle e se poi entrano dentro di noi lasciando qualcosa ancora meglio! Leggendole qualcuno può anche pensare di scegliere questo libro da portare in vacanza. Buona lettura. Nella categoria “Poesie, preghiere e testi” potete trovare altre storie di Bruno Ferrero.

SOLO UNA BACCA

Il piccolo stagno sonnecchiava perfettamente immobile nella calura estiva. Pigramente seduto su una foglia di ninfea, un ranocchio teneva d’occhio un insetto dalle lunghe zampe che stava spensieratamente pattinando sull’acqua: presto sarebbe stato a tiro e il ranocchio ne avrebbe fatto un solo boccone, senza tanta fatica. Poco più in là, un altro minuscolo insetto acquatico, un ditisco, guardava in modo struggente una graziosa ditisca: non aveva il coraggio di dichiararle il suo amore e si accontentava di ammirarla da lontano.
Sulla riva a pochi millimetri dall’acqua un fiore piccolissimo, quasi invisibile, stava morendo di sete. Proprio non riusciva a raggiungere l’acqua, che pure era così vicina. Le sue radici si erano esaurite nello sforzo.
Un moscerino invece stava annegando.
Era finito in acqua per distrazione. Ora le sue piccole ali erano appesantite e non riusciva a risollevarsi.À E l’acqua lo stava inghiottendo.
Un pruno selvatico allungava i suoi rami sullo stagno. Sulla estremità del ramo più lungo, che si spingeva quasi al centro dello stagno, una bacca scura e grinzosa, giunta a piena maturazione, si staccò e piombò nello stagno.
Si udì un “pluf!” sordo, quasi indistinto, nel gran ronzio degli insetti.
Ma dal punto in cui la bacca era caduta in acqua, solenne e imperioso, come un fiore che sboccia, si allargò il primo cerchio nell’acqua. Lo seguì il secondo, il terzo, il quarto
L’insetto dalle lunghe zampe fu carpito dalla piccola onda e messo fuori portata dalla lingua del ranocchio.
Il ditisco fu spinto verso la ditisca e la urtò: si chiesero scusa e si innamorarono.
Il primo cerchio sciabordò sulla riva e un fiotto d’acqua scura raggiunse il piccolo fiore che riprese a vivere.
Il secondo cerchio sollevò il moscerino e lo depositò su un filo d’erba della riva, dove le sue ali poterono asciugare.
Quante vite cambiate per qualche insignificante cerchio nell’acqua.

(Bruno Ferrero, Cerchi nell’acqua, Ed. Elle Di Ci)

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