Storie di Bruno Ferrero: E Dio creò la mamma

Una storia bellissima tutta la leggere

Tratto dalle Storie di Bruno Ferrero: E Dio creò la mamma. Sono brevi letture che lasciano sempre spunti di riflessione. Per chi ama leggere è presente nel sito una categoria con una grande raccolta, cliccare su TESTI POESIE E PREGHIRE.

Storie da leggere

racconto sulla mamma

Storie di Bruno Ferrero: E Dio creò la mamma

E Dio creò la mamma

Il buon Dio aveva deciso di creare… la mamma. Ci si arrabattava intorno già da sei giorni, quand’ecco comparire un angelo che gli fa: “Questa qui te ne fa perdere di tempo, eh?”. E Lui: “Sì, ma hai letto i requisiti dell’ordinazione? Dev’essere completamente lavabile, ma non di plastica… avere 180 parti mobili tutte sostituibili… funzionare a caffè e avanzi del giorno prima… avere un bacio capace di guarire tutto, da una sbucciatura ad una delusione d’amore… e sei paia di mani”. L’angelo scosse la testa e ribatt? incredulo: “Sei paia?!”. “Il difficile non sono le mani – disse il buon Dio – ma le tre paia di occhi che una mamma deve avere”. “Così tanti?”. Dio annuì. “Un paio per vedere attraverso le porte chiuse quando domanda “che state combinando lì dentro, bambini?”, anche se lo sa già; un altro paio dietro la testa, per vedere quello che non dovrebbe vedere, ma che deve sapere; un altro paio ancora per dire tacitamente al figlio che si è messo in un guaio “capisco e ti voglio bene lo stesso”.
“Signore – fece l’angelo sfiorandogli gentilmente un braccio – va’ a dormire. Domani è un altro…”. “Non posso – ripose il Signore – ho quasi finito ormai. Ne ho già una che guarisce da sola se è malata, che può lavorare 18 ore di seguito, preparare un pranzo per sei con mezzo chilo di carne tritata e che riesce a tenere sotto la doccia un bambino di nove anni”. L’angelo girò lentamente intorno al modello di madre, esaminandolo con curiosità: “E’ troppo tenera”, disse poi con un sospiro. “Ma resistente – ribattè il Signore con foga – tu non hai idea di quello che può sopportare una mamma!”. “Sa pensare?”. “Non solo, ma sa anche fare un ottimo uso della ragione e venire a compromessi”, ribattè il Creatore. A quel punto l’angelo si chinò sul modello della madre e le pass? un dito su una guancia: “Qui c’è una perdita”, dichiarò. “Non è una perdita – lo corresse il Signore – è una lacrima”. “E a che serve?”. “Esprime gioia, tristezza, delusione, dolore, solitudine, orgoglio”. “Ma sei un genio!”, esclamò l’angelo. Con sottile malinconia Dio aggiunse: “A dire il vero, non sono stato io a mettercela quella cosa lì…”.

(Bruno Ferrero, 40 Storie nel deserto)

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